Coronavirus, un po’ di chiarezza

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Ne leggiamo tante di bufale, per questo abbiamo deciso di pubblicare le informazioni che abbiamo ricevuto da SIMIT e da SIMG. E l’elenco dei siti dove reperire dati sicuri.







 

Con tutte le bufale che circolano sul coronavirus, crediamo sia opportuno pubblicare le informazioni che abbiamo ricevuto da SIMIT- Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali e SIMG-Società Italiana Medicina generale.

Inoltre, vi proponiamo la mappa che hanno messo a punto gli ingegneri informatici dell'Università Johns Hopkins di Baltimora (Maryland, Stati Uniti). Una mappa che mostra inscreen-shot-2020-01-22-at-1 tempo reale la diffusione del coronavirus, i casi accertati stato per stato, città per città, il numero dei contagi e le cifre complessive.


I casi accertati in Cina aumentano di giorno in giorno, ad ora sono a poco meno di 11mila. Cosa cambia ora che il virus è sbarcato anche in Italia? Una riflessione del Presidente della Simit alla luce di un evento sociale che ci coinvolge tutti.

«Nessuna pandemia, ogni discriminazione è inaccettabile e irrazionale. Ma ora cambia molto per il Sistema Sanitario Nazionale nelle sue articolazioni regionali. Tutte le Nazioni devono dimostrare di poter rispondere in maniera immediata e appropriata ad eventuali focolai epidemici», sottolinea Marcello Tavio, Presidente SIMIT. «In questa fase si deve solo continuare a vigilare sulla eventuale presenza di nuovi casi e sui soggetti eventualmente esposti ai due casi segnalati in Italia senza creare un allarme non motivato».

Due casi di nuovo Coronavirus anche in Italia: cosa cambia? «Il nuovo Coronavirus si è manifestato anche nel nostro Paese nel modo più prevedibile, ovvero trasportato da persone che provenivano dalla zona di epidemia, la città cinese di Wuhan, e hanno sviluppato una specifica sintomatologia, ha precisato Marcello Tavio, Presidente SIMIT e Direttore dell'Unità Operativa di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona - Nello stesso giorno, anche se in modo indipendente, con la dichiarazione dello stato di “emergenza di salute pubblica di rilevanza internazionale”, l’OMS ha deciso di passare dallo stato di massima allerta all’allarme globale».


In ogni caso è’ importante precisare che una pandemia propriamente detta ancora non c’è; i coronavirusdati resi disponibili dalle Autorità cinesi e dall’OMS ci dicono che:
1. C’è un’importante focolaio epidemico in atto (non si sa quanto controllato) nella regione di Wuhan;

2. Ci sono alcuni focolai endemici (costituiti da un certo numero di casi più o meno collegati fra di loro) in altre parti della Cina;

3. Ci sono casi sporadici (non più di 100, per ora) nel resto del mondo, quasi tutti di importazione (in particolare in Europa).

E allora cosa cambia davvero per il cittadino italiano, alla luce di questi due elementi di forte novità?

Cambia molto per il Sistema Sanitario Nazionale nelle sue articolazioni regionali e nei sui meccanismi di coordinamento a livello centrale; infatti, da questo momento in poi tutte le Nazioni devono dimostrare di poter rispondere in maniera immediata e appropriata ad eventuali focolai epidemici scoppiati al loro interno. E su questo punto l’Italia ha le carte in regola: sia il Sistema Sanitario Nazionale che quelli Regionali hanno sviluppato specifici protocolli operativi sotto la regia e con il supporto del Ministero della Salute e dell’ISS. In questa fase si deve solo continuare a vigilare sulla eventuale presenza di nuovi casi e sui soggetti eventualmente esposti ai due casi segnalati in Italia senza creare un allarme non motivato. In particolare, ogni tentativo di protezione individuale dall’infezione da nuovo Coronavirus basato sulla discriminazione della comunità cinese e sul ripudio della civile convivenza, non solo è eticamente inaccettabile, ma anche irrazionale.


I medici di famiglia, sentinelle della salute del singolo e prima linea del Servizio Sanitario Nazionale, si mettono a disposizione del Ministero della Salute per supportare la Task Force per il Coronavirus. Già partite campagne di informazione presso la popolazione e collaborazioni con gli specialisti infettivologi della SIMIT.

«I Medici di Medicina Generale rappresentano lo strumento primario e capillare di informazione nei confronti di tutti i cittadini del nostro Paese e nello stesso tempo i mediatori più affidabili tra la popolazione generale da una parte e l'autorità sanitaria locale e i Centriclaudio cricelli - presidente simg Specialistici dall’altra». Ha precisato il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG.

La situazione epidemica del Novel Coronavirus 2019 è in continua evoluzione. La riunione dell’OMS di oggi potrebbe dichiarare lo stato epidemico. Di fatto questo tema sanitario è una vera e propria emergenza - per ora senza rilievo clinico - la cui portata ed i cui sviluppi sono solo parzialmente prevedibili.

Mercoledì 29 si sono riunite presso l’Istituto Superiore di Sanità tutti i rappresentanti delle autorità sanitarie del nostro Paese. Il gruppo proseguirà queste riunioni periodicamente tutti i mercoledì nella stessa sede. La SIMG – Società Italiana di Medicina Generale contestualmente ha chiesto al Ministro della Salute Roberto Speranza di allargare alla Medicina Generale la Task Force Ministeriale per il Coronavirus. I Medici di Medicina Generale restano infatti i principali punti di riferimento: sono la prima linea del Servizio Sanitario Nazionale, anche in condizioni di rischio epidemico e di elevata morbilità stagionale.

Sulla base di queste premesse, la SIMG ha deciso di costituire una minitaskforce della MG con gli specialisti infettivologi della SIMIT con l'obiettivo di diffondere informazioni aggiornate e tempestive, anche più volte al giorno, derivanti esclusivamente dalle fonti ufficiali che immediatamente saranno pubblicate sui rispettivi siti.


Le fonti ufficiali a cui si può fare riferimento per costanti aggiornamenti sono le seguenti:

Ministero della Salute

Epicentro ISS

WHO - World Health Organization

CDC - Centers for Disease Control and Prevention