Diritti Lgbti, l’Italia ferma al palo

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Diritti Lgbti e omogenitorialità l’Europa ha fatto passi da gigante, il nostro Paese fa lo struzzo. Ne abbiamo parlato con Michele Potè, avvocato della Rete Lenford.






Prendendo spunto dal libro Omogenitorialità curato da Alexander Schuster (edito da Mimesis) abbiamo rivolto alcune domande a Michele Potè, un avvocato della Rete Lenford per i diritti LGBTI, invitandolo ad analizzare i cambiamenti legislativi in ambito diritti della comunità LGBTI. Nel corso dell’intervista abbiamo anche posto l’accento sul futuro delle famiglie omogenitoriali.

 

 

D. Parlaci un po’ di te, del tuo lavoro.
R. Esercito la professione di avvocato in Torino. Da sempre mi sono interessato alla tutela dei diritti LGBTI, entrando a far parte del gruppo dei legali che prestano consulenza all’associazione Famiglie Arcobaleno. Successivamente nel 2008 ho aderito all’associazione Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford, di cui sono stato vice-presidente dall’ottobre 2008 al novembre 2011.michele-pot

 

D. Come è nato il progetto di Rete Lenford?
R. La Rete Lenford è stata fondata alla fine del 2007 da tre avvocati, ovvero Saveria Ricci, Antonio Rotelli e Francesco Bilotta. L’associazione prende il nome da un avvocato giamaicano barbaramente ucciso perché gay e raggruppa ormai circa una sessantina di legali sparsi su tutto il territorio italiano.
Ha tra i suoi scopi statutari quelli di diffondere il rispetto e la conoscenza dei diritti LGBTI nell’ambiente forense e scientifico, l’organizzazione di convegni, la formazione degli aderenti e la partecipazione a progetti europei.

 

D. Come sono cambiate negli ultimi anni le leggi sui diritti degli omosessuali?
R. Direi che a partire dall’inizio del nuovo millennio molte cose sono migliorate soprattutto in ambito europeo e nord-americano, ma non solo. In primo luogo, in numerosi Paesi europei vi è stato il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso o di altre forme di convivenza. Inoltre, la lotta all’omofobia e alla transfobia si è fatta più stringente con l’approvazione di norme penali a tutela delle persone LGBTI.
In questo quadro la situazione dell’Italia è ancora caratterizzata da arretratezza culturale e vuoto legislativo.
Purtroppo, non bisogna dimenticare che in ancora troppi Stati, soprattutto in Africa ed Asia, l’omosessualità è ancora considerata suscettibile di incriminazione. Inoltre, proprio recentemente in un grande Paese come la Russia sono state approvate leggi dal contenuto liberticida contro la cosiddetta propaganda omosessuale.

D. Trovi che l’Unione Europea stia agevolando il vostro lavoro?
R. L’Unione Europea agevola il nostro lavoro di giuristi e di interpreti nella misura in cui emana dei provvedimenti o prende delle decisioni importanti a livello giurisprudenziale.
La disciplina delle coppie omosessuali è uno dei campi in cui il diritto europeo si è più modificato in questi ultimi tempi. L’interpretazione sempre più evolutiva data dalla Corte di Strasburgo alle norme della Convenzione riguardanti i diritti personali e il divieto di discriminazione, la direttiva CE 2000/78 in materia di parità di trattamento nell’occupazione e nelle condizioni di lavoro e l’entrata in vigore della carta di Nizza hanno molto ampliato il campo in cui la condizione delle coppie o dei singoli omosessuali viene totalmente parificata a quella degli eterosessuali. In questo ambito una normativa nazionale che determini, senza una rilevante giustificazione, condizioni diverse, viola il principio di non discriminazione ed è quindi in contrasto con la Convenzione europea dei diritti umani e in certi casi con il diritto comunitario.

D. Nel libro Omogenitorialità curato da Alexander Schuster, si parla proprio di questo, puoi farci una breve introduzione?
R. Il libro prende lo spunto dal convegno organizzato a Roma nel novembre 2009 dalla nostra associazione sul tema bandiera“Rapporto di filiazione e omosessualità”.
Vari autori, avvocati, magistrati, docenti e ricercatori universitari hanno realizzato quello che è stato il primo lavoro collettivo in Italia sui profili giuridici dell’omogenitorialità. Si tratta di un testo importante, in quanto affronta un argomento che spesso in Italia è stato considerato in passato un tabù a volte anche all’interno dello stesso movimento omosessuale.

 

D. Aprendo una pagina a caso e ci troviamo di fronte a un tema interessante, la tutela della genitorialità omosessuale fra dignità e uguaglianza, cosa ne pensi? Credi che ci arriveremo anche in Italia? Quando?
R. E’ difficile dare una risposta precisa: la situazione politica italiana non lascia intravedere a breve termine la speranza di una legislazione più inclusiva. Sicuramente la strada più breve per riconoscere pienamente la genitorialità omosessuale sarebbe quella di permettere il matrimonio tra persone dello stesso sesso. In tal caso verrebbe superato il problema più grosso che sussiste allo stato attuale in una famiglia omogenitoriale, e cioè quello della tutela dei diritti del genitore non biologico.


D. Nel libro si tocca il tema dei bambini, a tuo avviso quali sono i problemi più frequenti di una coppia omosessuale che desidera avere dei figli? Adozione o surrogati, qual è strada più battuta?
R. In Italia l’adozione è consentita soltanto alle coppie coniugate da almeno tre anni: pertanto, tale istituto è negato a una coppia omosessuale, posto che quest’ultima non può accedere al matrimonio.
Attualmente la strada più battuta dalle coppie omosessuali che desiderano avere figli è quella della procreazione medicalmente assistita. Poiché, però, la legge n. 40 del 2004 vieta la fecondazione eterologa e per le coppie omosessuali questa è l’unica strada percorribile, le coppie stesse sono costrette ad emigrare all’estero per realizzare il loro sogno di genitorialità.
Per le coppie di donne la via più comune è quella dell’inseminazione artificiale, mentre le coppie di uomini devono affidarsi alla maternità surrogata. Quest’ultima è consentita alle coppie dello stesso sesso negli Stati Uniti e in Canada, mentre è tendenzialmente vietata in Europa.
Naturalmente, il fatto che un figlio nasca all’estero comporta, oltre a maggiori spese, il fatto che si debba fare molta attenzione quando si torna in Italia nella trascrizione dei certificati di nascita.
Ormai, comunque, sono sempre più numerosi i bambini nati grazie a queste tecniche e il legislatore dovrebbe porsi l’obiettivo di garantire gli stessi diritti e doveri anche alle coppie omosessuali.


D. Cosa accade quando i genitori sono persone transessuali?
R. Credo che si debba verificare le situazioni concrete caso per caso. La dottrina e la giurisprudenza di merito sono concordi nell’affermare che il transessualismo non costituisce di per sé un turbamento del figlio minore così grave da provocare il conseguente allontanamento del genitore. La sua incidenza sulla serenità e sullo sviluppo del minore va determinata alla luce della peculiarità di ogni caso concreto con riguardo sia all’età sia alla maturità dei soggetti coinvolti.


D. Quali sono le principali differenze in merito all’omogenitorialità nei diversi Paesi Europei?
R. Gli ordinamenti europei hanno diversamente disciplinato l’adozione da parte di single o coppie omosessuali. Belgio, Spagna, Svezia e Regno Unito l’hanno ammessa. Nel senso del divieto sono, invece, Norvegia, Danimarca e Finlandia. La legislazione tedesca vieta l’adozione congiunta, prevedendo la possibilità, da parte di un solo componente della coppia, previo consenso del partner, di adottare il figlio del partner, quella olandese, invece, prevede l’adozione da parte di una persona o due persone che abbiano convissuto nei due anni precedenti alla richiesta, con l’esclusione dell’adozione internazionale.


D. L’Italia è all’ultimo posto o c’è qualche Paese più arretrato?
R. L’Italia in materia di tutela di diritti LGBTI è all’ultimo posto in Europa a pari merito con Grecia, Montenegro, Slovacchia, Romania, Albania e Lituania.


D. E per contro, qual è il Paese che offre maggiori tutele in ambito omogenitorialità?
R. Prevedendo la possibilità di accedere sia all’adozione sia alla fecondazione medicalmente assistita, credo che i Paesi cheomogenitorialit
offrano le migliori tutele alle coppie omosessuali siano il Belgio, la Spagna, la Svezia, il Regno Unito e l’Olanda.


D. Quali sono i dati più eclatanti emersi dalla vostra esperienza?
R. A parte i dati scientifici che emergono dal libro, credo che quello più eclatante, rispetto al tema trattato, sia l’assoluta situazione di vuoto legislativo in Italia, uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea.


D. Un tuo parere personale su dove ci poterà il futuro e in che direzione dobbiamo muoverci per i migliori risultati?
R. Nonostante tutto rimango ottimista: recentemente anche due grandi Paesi come la Francia e la Gran Bretagna hanno approvato una legge sul riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso. L’Italia è praticamente circondata da Stati in cui questo istituto è ammesso e la situazione di carenza legislativa in materia non potrà durare ancora a lungo. Certo ci vorrebbe una classe politica più coraggiosa e, soprattutto, autenticamente laica.

 

D. Quale sono i progetti di Rete Lenford?
R. Come associazione dal 2007 ad oggi siamo cresciuti molto e abbiamo intenzione di continuare a farlo, diffondendo sempre di più la cultura e il rispetto per le persone LGBTI.
Inoltre, in assenza di innovazioni legislative, come avvocati siamo risoluti nel percorrere la via giudiziaria – se necessario anche innanzi alla Corte di Strasburgo – per contribuire al pieno riconoscimento dei diritti delle persone LGBTI.

 

Ringraziamo Michele per il tempo che ci ha dedicato e auspichiamo che presto anche nel nostro Paese vengano approvate leggi egualitarie per le famiglie omosessuali. Per fortuna l'Unione Europea sta dedicando molto spazio alla promozione dei diritti umani. Non ci resta che attendere e sperare.
Tobias Pellicciari e Marinella Zetti