La coerenza e la politica

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D-Saccomani

Questa sera sono particolarmente depressa, quindi nella condizione ottimale di pensare in termini 
diversi dai normali canoni dettati da una speranza, per quanto ormai esile. La depressione mi viene a guardare lo stato in cui ci troviamo.

 

 

 

 

Praticamente siamo governati da un sistema economico nel quale è prevista e strutturata la morte di ogni forma economica che abbia una qualche relazione con la persona.

Quasi come un vecchio ricordo riaffiora nella mia mente la discussione avuta con funzionari della Banca Nazionale del Lavoro a Firenze, se non ricordo male erano i responsabili capi area della Toscana, agli inizi del 2010. Ricordo che andammo a Firenze come Consorzio portando con noi una ventina di imprese.
Ricordo come questi funzionari, per spiegarci adeguatamente la linea voluta dai nuovi proprietari Francesi, sostenevano che il problema delle micro e piccole impresa era sostanzialmente la loro “non capitalizzazione”.
Ricordo che mi arrabbiai moltissimo e reagii con forza a questa loro affermazione, sostenendo che la capitalizzazione di una micro e piccola impresa non era la quantità di capitale in denaro versato, ma soprattutto la capacità imprenditoriale, l'inventiva, la capacità progettuale ed innovativa che le micro e piccole imprese esprimevano. Sostenni anche che era il capitale umano quello che veramente conta per lo sviluppo di una economia reale.
Lo sostenni allora e lo sostengo anche ora, ma devo dire che in quel momento non compresi, fino in fondo, qual era la linea di cui loro, più o meno consapevolmente, erano propositori e propagandatori. Come al solito mi sono trovata a reagire affermando ciò che ritenevo e ritengo giusto, proprio perché sentii subito che qualcosa non andava, che c'era qualcosa di assurdamente ingiusto in quella loro logica apparentemente perfetta.
Quello che immediatamente non ho capito, è che il problema non è finanziario, monetario, di signoraggi e cose del genere; la questione non è neanche nella sottrazione o trasformazione del concetto di sovranità, quanto piuttosto un processo strutturato di negazione e di annullamento di tutto ciò che era strettamente personale. L'obbiettivo di cui loro si facevano propositori e portatori è l'annullamento di ogni concetto di persona, quindi dell'annullamento di ogni espressione economicamente strutturata sulla persona.

Problema politico, ma che invece di essere strutturalmente gestito, viene compreso come il miglior strumento di biopolitica, di gestione delle persone da parte proprio di coloro che avrebbero dovuto garantire il primato della politica nella gestione dell'economica. Abdicano? Vengono travolti oppure, nei fatti, vi aderiscono nella faziosa e strumentarle contrapposizione tra destra e sinistra?

Penso che sia importante porre un principio che possa essere l'espressione del capovolgimento di quella logica. Lo faccio sempre seguendo l'istinto ed inizio ad attaccare ogni concetto che affermi i diritti invece che affermare il diritto, fino a produrre l'affermazione del Diritto soggettivo della Persona e la sua chiave interpretativa nel concetto di assunzione piena delle proprie responsabilità. L'influenza del pensiero protestante si fa, ovviamente, sentire in questa formulazione, soprattutto nella chiave interpretativa del principio.
C'è una vecchia canzone che dice: “Se avessi mangiato un'idea, avrei fatto la mia, rivoluzione”. E si! C'è una parte della mia generazione che può esprimersi meglio citando canzoni che non classici, e questo semplicemente perché quelle parole rappresentano più profondamente un sentire ed un vissuto che si adatta meglio a ciò che noi abbiamo sentito e vissuto. Ma si, forse sentimentalismi che solo ad una certa età ci si possono permettere, ed io ritengo che quella certa età la ho, a prescindere. Un principio, una idea, una chiave interpretativa che assume l'assurda pretesa di diventare ciò che mangio. Fantastico! E questo diventa l'affermazione capace di contrapporsi strutturalmente alla logica dell'annullamento della persona, proprio perché costruisce l'economia a partire dalla persona come soggetto primario e fondativo.

Ma c'è un qualcosa che si è radicato nella mente delle persone, ed è questa infatuazione alla moralizzazione, questa stupenda menzogna del fare e del dimostrare.
Dimostrare qualcosa? NO! La moralizzazione deve dimostrare tutto tanto da far diventare tutto morale. La ricerca morale e strumentale della coerenza. E si! La coerenza, così amata ed invocata da tanti, non è altro che l'espressione della staticità normalizzante della morale e della affermazione della norma, elemento attraverso il quale il liberismo e tutte le sue diverse espressioni hanno devastato e distrutto ogni concetto di persona nella propria specifica soggettività ed individualità. Ma si, verissimo!
Non è più conveniente o, quanto meno, corretto politicamente parlare di soggetto ed individuo. Infatti levando al concetto di Persona, quello di soggetto e di individuo, non si fa altro che presentare semplicemente la maschera che può essere da tutti messa per coprire quella scorrettezza intellettuale della propria soggettività e della propria individualità. Ma la forza dell'affermazione del Diritto Soggettivo della persona, sta proprio nel termine “Soggettivo” e non in quello di “persona”, poiché si afferma che sia il soggetto a proporre e presentare la propria soggettiva maschera, e non una maschera massificata ed omologata.
Sofismi? Si! Li faccio! Li faccio e non mi interessa di dimostrare la mia correttezza a chi non la vede o non la vuol vedere!
Perché? Perché la coerenza politica dove risiede? Risiede nelle affermazioni spottistiche o nella capacità strutturale del pensiero e quindi dell'agire (mangiare l'idea) di attuare il proprio principio?
Se il principio è “mai con ...” questo non mi si configura come principio, semmai come scelta contestuale determinata non dai soggetti che mi si presentano di fronte, quanto piuttosto dal principio che mi muove. Il principio è ciò che determina la politica, ed è sul principio che la questione si fa pensate.

La coerenza morale non mi interessa. Non critico Berlusconi per la sua totale amoralità, la sua sfacciata arroganza e brutalità con cui gestisce e indirizza quantità di soggetti in cerca d'autore, capaci di essere contemporaneamente “uno, nessuno e centomila”, così come non critico la scelta del PD di preferire la “cariola” (Pirandello imperversa questa sera) invece che l'affermazione esplicita del proprio principio.
Io critico il loro principio, così come critico il principio di Grillo. Non riesco a capire se il M5S abbia un principio o, piuttosto, ne abbia una notevole scorta da cui attingere volta per volta.

Già, tutti i loro principi non mi piacciono, perché il mio principio è il Diritto Soggettivo della Persona di potersi esprimere socialmente come individuo, nell'assunzione piena delle proprie responsabilità.
Sono tutti coerenti con i loro principi, infatti tutti si martellano sulla loro reciproca moralità che fa riferimento alle loro determinate logiche!
Per una persona come me che ha il Diritto Soggettivo della Persona come logica, l'unica definizione che posso darmi è quella di essere la persona eticamente più amorale, poiché il mio comportamento prescinde dalla morale!
Non è chiaro? Pazienza! A me sembra chiarissimo, pone bene in evidenza dove c'è schiavitù e dove c'è libertà nella piena responsabilità.
Del resto io sono profondamente incoerente, ogni giorno sviluppo il mio pensiero in una serrata dialettica che mi porta a cambiare e modificare il mio pensiero, e dove la sfida è se il pensiero al quale oggi sono arrivato e conforme e funzionale al progetto, al principio che affermo.
Oggi dico “bianco” domani dico “nero”. Tu pensi sia incoerente? Ti sei chiesto o chiesta se il bianco che dico oggi è conforme al principio e se il nero che dico domani è conforme al principio? Conforme, Funzionale al principio, non coerente!
E poi, io sono incoerente perché mi trovo a scrivere, anche questa sera, di qualcosa di diverso da quello che vorrei scrivere, ma mi scappava e lo fatto!
Darianna



   

    

 

 
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