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Uganda: attacco della polizia al Gay Pride

 

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Lo scorso 4 agosto a Kampala la polizia ha aggredito brutalmente, fermato e arrestato i partecipanti a una pacifica festa. L’esposto di Human Rights Watch.







 

Human Rights Watch ha denunciato in un esposto, i terribili fatti accaduti a Kampala lo scorso 4 agosto al Gay Pride Uganda. Vi proponiamo il testo in modo che sia chiaro cosa sta accadendo in Africa.


La polizia ugandese ha fatto irruzione violando la legge ad un evento in tarda serata il 4 agosto 2016, la terza notte di celebrazioni del Gay Pride (LGBTI) , ed ha aggredito brutalmente i partecipanti, ed anche sette gruppi di rappresentanti dei diritti umani.

L'evento che si stava svolgendo a Kampala nel Club Venom, era un concorso di bellezza per coronare Mr/ Ms / Mx Pride Uganda. La polizia avrebbe affermato, di aver "ricevuto una soffiata" di un "matrimonio gay" che si stava celebrando in modo "illegale, e, visto che la pubblica sicurezza non era stata informata della manifestazione, ha deciso di intervenire.

Tuttavia, secondo gli esponenti delle organizzazioni, le forze dell'ordine erano state debitamente informate e i precedenti due eventi dell'Orgoglio gay, tenutasi il 2 ed il 3 agosto, sono stati portati a buon fine senza incidenti.

Nicholas Opiyo, un avvocato per i diritti umani e direttore esecutivo di Human Rights Watch Uganda ha detto:stop-omofobia-uganda «Condanniamo con forza queste violazioni dei diritti verso le persone omosessuali ugandesi ad una manifestazione pacifica. Queste azioni brutali della polizia sono inaccettabili e devono essere affrontate con forza e determinazione dalla legge del nostro Paese».

La polizia dopo aver chiuso le porte del club ha arrestato più di 16 persone, la maggior parte delle quali attivisti LGBTI, e ne ha trattenute altre, per oltre 90 minuti, lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali ugandesi (LGBTI) picchiandole, umiliandole e scattando loro alcune foto per poi minacciare di pubblicarle dopo aver confiscato le telecamere con le riprese dell'evento.

I testimoni hanno riferito che le forze dell'ordine avrebbero aggredito molti partecipanti, in modo particolare le donne transgender, mentre gli uomini venivano spintonati e in alcuni casi accarezzati. Un ragazzo, preso dal panico, si è buttato dalla finestra dell'edificio dove si era svolta la manifestazione, per evitare gli abusi della polizia, ed ora si trova ricoverato in ospedale in gravi condizioni.

Dopo circa un'ora e venti minuti, tutti gli arrestati sono stati rilasciati senza accuse dalla stazione di polizia di Kabalagala.I gruppi LGBTI hanno sostenuto che questo episodio di violenza efferata non è stato un episodio isolato. Questi avvenimenti di forte violenza da parte degli agenti della polizia si sono verificati spesso in passato a causa dei grossi contrasti verso le organizzazioni indipendenti.

Frank Mugisha, direttore esecutivo di Sexual Minority Uganda (SMUG), ha affermato: «È scandaloso! le forze di polizia ugandesi mirano a controllare ogni manifestazione pacifica e legale. La comunità LGBTI appoggia tutte le attività della società civile ugandese ed è contro la crudeltà delle forze dell'ordine».


Asia Russell, Executive Director of Health GAP-Global Access Projet, ha precisato: «Il governo ugandese, dovrebbe condannare le azioni illegali di violenza da parte degli agenti verso la comunità LGBTI e verso tutti i cittadini ugandesi . Gli Stati Uniti e tutti gli altri governi hanno il dovere di sfidare il Presidente Museveni ed intervenire immediatamente per punire i responsabili di questa azione deplorevole».

Le persone LGBTI ugandesi affrontano abitualmente la violenza e la discriminazione, il fanatismo , i ricatti, e le estorsioni. Il raid illegittimo del governo ad una festa felice, mostra alla base dei fatti una tacita indifferenza nella quale la polizia sta operando nel Paese.


Hassan Shire, direttore esecutivo presso del Defenders ha dichiarato: «Lo Stato ha il dovere di difendere tutti i cittadini e i loro diritti, compreso il diritto di riunione per poter celebrare Il Gay Pride in Uganda. Deve essere condotta un'indagine rapida, sui fatti inaccettabili avvenuti ieri sera durante la manifestazione e sui gesti violenti della polizia».

Gli attivisti hanno invitato i governi a condannare immediatamente e pubblicamente il raid e ad intraprendere azioni disciplinari contro i responsabili delle violazioni dei diritti umani e della libertà personale. Gli organizzatori hanno detto che le celebrazioni del Pride saranno sospese per motivi di sicurezza.

L’attivista Chiara Byarugaba ha detto: «Il nostro Orgoglio e le nostre capacità di recupero rimangono salde , nonostante queste azioni orribili e vergognose da parte della polizia ugandese.»

Anche Maria Brunett di Human Rights Watch è intervenuta: «Bisogna festeggiare le persone LGBTI, dimostrando loro la nostra solidarietà, chiedendo con forza che vengano rispettati i loro diritti di libertà di espressione, di associazione, ed il diritto di esseri umani e tutto ciò che si possa ottenere per loro. Le autorità ugandesi non solo dovrebbero esimersi dal fermare e dall'intralciare certe iniziative, ma hanno l'obbligo legale e vincolante di garantire che altri si astengano dall'ostacolare le attività rivolte ai diritti fondamentali».


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Human Rights Watch esprime le proprie preoccupazioni circa la violazione della libertà di associazione, di riunione e di espressione che continua a persistere in Uganda anche dopo il febbraio 2016. Il Presidente Masuveni è al potere dal 1986 ed ha vinto le ultime elezioni avvenute nel Paese nel 2016, con un nuovo incarico di 5 anni, ponendo i candidati presidenziali dell'opposizione davanti all'arresto ed alla detenzione. La polizia ha bloccato l'accesso dei concorrenti ai mezzi di comunicazione e agli incontri pubblici. Le forze dell'ordine hanno picchiato e incarcerato i giornalisti che tentavano di divulgare notizie in merito agli arresti domiciliari del leader dell'opposizione, il Dr. Kizza Bedigye, che si sono protratti per più di un mese. Una nuova legge  sulle organizzazioni non governative include vaghi "obblighi speciali" e disposizioni che potrebbero rendere vulnerabili le associazioni alle accuse politicamente motivate. Anche se la legge contro l'omosessualità è stata abolita da una sfida costituzionale nel 2014, i funzionari del governo continuano ad esprimergli il loro sostegno .

Anche International Support Uganda si unisce al dolore delle vittime ed esprime il suo sdegno per gli ultimi episodi avvenuti al Gay Pride Uganda 2016 e, augurandosi che queste cose terribili non debbano più accadere, si associa alla richiesta che i governi intervengano tempestivamente e con azioni decise a queste inaccettabili violazioni dei diritti umani.
A cura di Tobias Pellicciari

 

 

 

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