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HIV: basta poco per riaccendere lo stigma
«Un negazionista dell'Aids ha rapporti non protetti con duecento donne. Uno che chiunque di noi riempirebbe di insulti. La stampa riesce come.al solito a informare in maniera scorretta, senza neanche accennare al fatto che chi si cura bene non è infettivo. Come al solito torniamo tutti a essere dei mostri. Anni di lavoro contro lo stigma buttati ai pesci». Queste le parole di Massimo Cernuschi, infettivologo e presidente di ASA-Associazione Solidarietà Aids, per commentare la vicenda di Ancona. Cosa è successo la sanno tutti: un uomo positivo all'HIV da circa 11 anni ha avuto rapporti sessuali senza adottare precauzioni. È stato arrestato dagli agenti della squadra mobile dopo la denuncia di una donna che si è ritrovata sieropositiva e adesso si trova nel carcere di Ancona. In questi anni potrebbe aver infettato 200 donne. Giornali e tv hanno dato la notizia, spesso usando il termini “untore” che è estremamente discriminatorio, offensivo e, come evidenzia Sandro Mattioli, presidente di Plus onlus, network di persone LGBT sieropositive: «Anche scorretto dal punto di vista giornalistico: come la stessa accusa rileva, se l’uomo ha passato l’infezione alle donne con cui ha avuto rapporti sessuali non lo ha fatto ‘volontariamente’ ma con ‘negligenza’; siamo certi che la distinzione non vi sfugge. Quindi preghiamo di evitare l’uso di questo termine in futuro». Quello che mi ha colpita è che negli articoli di giornali e tv i colleghi giornalisti si siano limitati alla notizia di cronaca, senza fornire ulteriori informazioni, ad esempio che è scientificamente provato ormai da un decennio che le persone con HIV che seguono correttamente da almeno sei mesi una terapia antiretrovirale hanno quantità di virus così basse nel sangue da non essere in grado di trasmettere l’infezione per via sessuale. «Questo rende di fatto possibile per una persona con HIV avere rapporti sessuali senza usare il condom, senza per questo rischiare di trasmettere l’infezione. – sottolinea Mattioli - È quindi scorretto delineare questo comportamento come pericoloso di per sé». Ovviamente i colleghi non hanno parlato nemmeno di preservativo/condom/profilattico che rimane un presidio di prevenzione fondamentale nei rapporti occasionali. Purtroppo in Italia si parla e si scrive di HIV solo il Primo dicembre e per tutto il resto dell’anno si ignora il virus e non si forniscono informazioni con il risultato di avere una popolazione ignorante e facile preda dell’infezione. E noi che operiamo nelle associazioni ci rendiamo conto dell’alto livello di disinformazione dalle domande che riceviamo ai nostri centralini: sono le stesse di trent’anni fa. Superfluo sottolineare da troppi anni non c’è una campagna informativa fatto dal Ministero della Salute. La possibilità di fermare la diffusione dell’HIV passa anche attraverso la diffusione di informazioni corrette e scientificamente fondate; e, soprattutto, nell’evitare ogni forma di scandalismo teso a solleticare il terrore che molte persone ancora hanno nei confronti di questa infezione.
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Venerdi, 19 Aprile 2024 04:19:07 CercaThis Web Site can be translated to your language:
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