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Per i 40anni della nascita del Fuori

  

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Nella  sede romana del Partito Radicale sono stati ricordati i 40 anni del FUORI! -Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano-, presenti, tra gli altri, Angelo Pezzana e Marco Pannella (...).

 

 

di Marinella Zetti
immagini e filmati di Flaminia P.Mancinelli 


Nella storica via di Torre Argentina, la sede romana del Partito Radicale, la sera del 23 novembre, all’incontro con Angelo Pezzana per ricordare i 40 anni del FUORI!, vi sono tante persone che si guardano, ammiccano, sorridono, si riconoscono, un po’ come i reduci di una grande guerra, con una nota dolente, noi, dopo 40 anni la nostra battaglia non l’abbiamo ancora vinta. Noi, movimento LGBTQI, dopo 40 anni siamo ancora a “mendicare” dallo Stato il riconoscimento dei nostri diritti.

Ma procediamo con ordine e torniamo alla serata, organizzata dalle Associazioni Nuova Proposta – e Certi Diritti, dedicata al Fronte Unitario Omosessuali Italiani, anche se, come ha precisato Angelo Pezzana, fondatore del movimento «Fuori è la traduzione dall’inglese out, ovvero uscire allo scoperto e solo in un secondo tempo diventò l’acronimo che tutti conosciamo».
E uscire allo scoperto fu proprio quello che fecero i gruppi di omosessuali che a Torino, Roma, Milano nell’autunno del 1970 si incontrarono per dar vita al primo movimento italiano di liberazione.
40annifuori«Eravamo gay e lesbiche – sottolinea Pezzana – stanchi di nasconderci, di essere considerati anormali, di veder comparire le storie di omosessuali solo nelle pagine di cronaca nera, avevamo deciso che era venuto il momento di parlare di noi stessi apertamente e con orgoglio».

 [Guarda i video dell'incontro e quelli de Il Fuori! ]

 


 

LA STORIA
Dopo i saluti di Mario Staderini, segretario dei Radicali Italiani, Sergio Rovasio e Andrea Rubera, rispettivamente di Certi Diritti e Nuova Proposta, è iniziata la proiezione del documentario dedicato al FUORI!, realizzato dalla Fondazione FUORI!. Angelo Pezzana ha arricchito la visione con commenti su avvenimenti e personaggi.
Ufficialmente il FUORI! nasce nel 1971, ma la sua prima uscita pubblica avviene un anno dopo.
«Nell’aprile 1972 - racconta Pezzana – andammo a Sanremo per contestare un congresso di psichiatri che si proponeva di realizzare terapie per curare l’omosessualità. Fu un evento storico perché, per la prima volta, noi eravamo lì con i nostri cartelli e striscioni; un piccolo gruppo riuscì anche ad entrare al congresso e intervenire creando grande scompiglio tra i partecipanti. I fotografi scattarono molte foto e, per la prima volta, nei giornali si parlò di omosessualità non per qualche delitto, ma perché gli omosessuali rivendicavano il loro diritto ad esistere. Il grande risveglio degli omosessuali italiani era iniziato».

Nello stesso anno esce anche il primo numero della rivista mensile FUORI!, con una tiratura di 7/8mila copie inizialmente distribuite in edicola e nelle librerie, poi diventerà quadrimestrale e, infine, per motivi finanziari, nel 1982 cesserà la pubblicazione.

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Documento Fuori Donna 
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Nell’estate del 1974 nasce anche FUORI! DONNA, pochi fogli coordinati da Stefania Sala e con l’introduzione di Fernanda Pivano e la partecipazione di molti collettivi femministi. 

«Finalmente eravamo libere di parlare di omosessualità – spiega Stefania Sala – alle riunioni e nelle pagine del giornale potevamo raccontarci, “fare il pieno di libertà” per poi tornare alle nostre vite “mascherate” nel grigiore della provincia. Per dar modo alle persone di scriverci, avevamo anche messo a punto degli indirizzi Fermo Posta anonimi».
Nel 1974 il FUORI! si federa al Partito Radicale, un scelta che provoca l’uscita dal gruppo di Mario Mieli. Nel 1976, per la prima volta, omosessuali dichiarati vengono canditati nelle liste del Partito Radicale. 

 

LE MANIFESTAZIONI A MOSCA E TEHERAN
Fuori1974Le battaglie del FUORI! superano i confini nazionali.
«Nel 1977 – racconta Angelo Pezzana – primi nel mondo, decidiamo di andare a manifestare a favore dei diritti delle persone omosessuali direttamente a Mosca, dove gli omosessuali vengono puniti con il carcere». Ed è proprio Pezzana, in quanto parlamentare e quindi più garantito, a vivere in prima persona questa avventura, ad essere arrestato e incarcerato.
Nel 1979 è Enzo Francone, tra i fondatori del FUORI!, ad andare a Teheran e nel 1980 nuovamente a Mosca.



Nel documentario è proprio Enzo Francone, scomparso nel novembre 2009, a raccontare la sua esperienza in quei Paesi: gli arresti, le botte, il carcere, la paura di sparire e non rientrare più in Italia. Vedere il volto di Enzo e ascoltare la sua voce è molto commovente.
Nel 1978 il FUORI! è tra i fondatori dell’ILGA - International Lesbian and Gay Association – l’associazione internazionale cheangelopezzana opera a favore dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone Lgbtqi.
Nel 1982, prima del congresso di Vico Equense, dove si decide la chiusura del FUORI!, i militanti dell’associazione prendono coscienza che un grande flagello sta per abbattersi sulla comunità omosessuale: l’Aids. Tra le ultime azioni prima dello scioglimento vi sono la divulgazione delle informazioni raccolte dalla Comunità americana sull’Hiv e alcune attività prevenzione.
La serata si è conclusa con la presentazione di Un omosessuale normale, l’ultimo libro di Angelo Pezzana. All’incontro ha partecipato anche Marco Pannella che ha ricordato i primi passi del FUORI! nel Partito Radicale.
Ma come dicevo, raccontare il FUORI! in poche righe è molto difficile, per chi desidera ripercorrerne la storia, proponiamo i video integrali e l’intevento di Marco Pannella.
Buona visione!
(guarda il video La Storia del Fuori! »»)

 

omosessuale normaleIl LIBRO
Patricia Cornwell, Richard Avedon, Oscar Wilde, Alfrred Hitchcock, Adelaide Aglietta, Rocco Buttiglione questi sono solo alcuni dei personaggi citati in Un omosessuale normale (Stampa Alternativa 2011), l’ultimo libro di Angelo Pezzana. Si tratta di un’autobiografia scritta con i toni ironici, divertenti, a volte polemici, del fondatore del FUORI!
Una sorta di diario nel quale Angelo Pezzana racconta i momenti più significativi della sua vita: l’infanzia, i viaggi, la scoperta del sesso, l’omosessualità, l’amore, la politica.
«Era mia intenzione scrivere un’autobiografia – spiega Pezzana – che si muovesse tra il privato e il pubblico e nella quale ricordare i personaggi più significativi della mia vita da attivista. Ho ricordato, nel bene nel male, personaggi pubblici e altri ignoti, questi ultimi per me ancora più essenziali dei primi».

 

IL FUORI! A MILANO
Per ricordare il FUORI! di Milano abbiamo chiesto aiuto a Pigi Mazzoli, figura di riferimento della comunità e tra i primi militanti del movimento milanese. 
D. Quando sei entrato nel FUORI!?
R. 
«Nella mia vita ci sono due FUORI! – spiega Mazzoli - Il primo, quello con Mario Mieli per intenderci, dal gennaio del 1976, il secondo, credo dal 1979, dove, oltre a me, c'erano Franco Barbiani e il suo compagno Sandro, Giovanni dall'Orto e Gianni Rossi Barilli, e poi altri di cui conosco il nome, ma so che non vogliono apparire. Mentre del primo periodo si è scritto già tutto, del secondo, in cui eravamo quattro gatti, credo si sappia poco o nulla. 

D. Quali le attività si svolgevano a Milano?
R. Le attività erano praticamente due: fornire tessere di iscrizione ai gay che volevano certificarsi per evitare il servizio di leva, dipigi mazzoli questi documenti mi occupavo proprio io; e un telefono amico, a cui rispondevamo a turno. Ricordo la telefonata di un uomo che diceva di essere anziano e di non aver mai potuto dormire con un altro uomo, e ci incitava a proseguire nella lotta di liberazione perché, almeno noi, potessimo vivere liberamente la nostra omosessualità. Poi, il resto, è un mosaico di piccole tessere che sono tanta parte del mio passato. Ho avuto la grande fortuna di vivere i miei vent'anni nel periodo di massima libertà sessuale, massime speranze di benessere, pace e assenza di malattie veneree gravi. Poi è arrivato l’HIV.
D. Cosa ricordi di quei tempi passati?
Ci sono tanti ricordi legati alle persone care che oggi, purtroppo non ci sono più, nella maggior parte dei casi falciati dall’Aids, come Franco Barbiani, ad esempio.
E’ ben chiara nella mia mente la conferenza su come passare l'eredità al proprio amante, tenuta da uno dei soci, allora avvocato e oggi giudice, a cui arrivò tanta gente da riempire la grande sala nella sede del Partito Radicale in corso di Porta Vigentina. 
E poi non posso scordare i banchetti di informazione che facevamo sotto la Galleria Vittorio Emanuele o sotto i portici in Piazza Duomo. Non avevamo nulla da dare o da mostrare, se non noi stessi, per me era chiarissimo lo scopo, lo sentivo fin da quando avevo 14 anni e credevo di essere uno dei due o tre omosessuali di Milano. Farsi vedere, mostrare alla gente quanto fossimo normali. Io avevo un pesantissimo campanaccio (recuperato da una zattera di soccorso quando lavoravo in Valtur) e la gente si avvicinava e chiedeva informazioni su di noi, io li ricordo tutti sorridenti, partecipi. Erano altri tempi.

franco barbianiRicordo anche il giorno in cui Franco Barbiani, su indicazione radicale, diramò un pomposo comunicato stampa per una manifestazione in Largo Cairoli, davanti al castello Sforzesco, per protestare contro i diritti degli omosessuali calpestati in Unione Sovietica, annunciando il rogo di un simulacro di Ambasciata. Al momento di andare in Largo Cairoli si defilarono tutti. Io chiesi a Franco dove fosse l'Ambasciata di cartone e lui rispose che era servita solo per destare attenzione. Partimmo da Vigentina e ci trovammo noi due in Largo Cairoli con i volantini in mano, in mezzo a cinquanta fotografi assetati: credo che per molti di loro fosse la prima volta che riuscissero a fotografare degli omosessuali dall'aspetto eterosessuale. Molti più scatti per Franco, che era più bello e più macho di me. Quelle foto furono corredo di svariati articoli negli anni a venire: ogni qualvolta si parlava di omosessualità, zac!, ecco la foto di Franco con i volantini con scritto "FUORI!" in bella vista. E allora ci telefonavamo subito l'un l'altro per avvisarci della rinnovata visibilità.

 

L’ultimo ricordo di Pigi Mazzoli è legato all’avventura russa di Enzo Francone.
«Ricordo quando Enzo Francone andò in Russia a manifestare, portando un pennarellone in valigia e trasformando una salvietta dell'hotel in manifesto d'accusa. Al ritorno in Italia ci lasciò per qualche tempo la “preziosa reliquia”. Noi organizzammo una serata alla Palazzina Liberty, a cui venne molta gente.Ma chi, non ricordo chi, doveva fare lo spettacolo, diede forfait all'ultimo momento. Così, all'ultimo minuto scrissi una piece ad hoc e organizzai di recitarla con un nuovo socio molto estroverso che si dichiarava aduso alla scene.

 

Invece, appena salito sul palco, gli venne il panico e restò muto tutto il tempo. Dopo la mia sorpresa iniziale incominciai a recitare io entrambe le parti. Temevo che la gente scappasse, invece mi fecero pure dei complimenti, credo fosse per il coraggio dimostrato. Di questo ho qualche foto che ogni tanto mi ritrovo, con mio sommo orrore, per via delle mie pose ben poco maschili.
Salutissimi, come si diceva negli anni 70!»
M.Z.

 [Guarda i video dell'incontro e quelli de Il Fuori! ] 

(27 maggio 2012)


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